M5s sciacallo su Sala. Nel Pd: “Sgradevoli”. “Influirà sull’alleanza”


(foto Ansa)
le reazioni tra i dem
I Cinque stelle cavalcano l'inchiesta milanese contro il sindaco di Milano più della destra. Alfieri: "Consiglierei loro di leggersi bene le carte e andare oltre gli slogan". Verini: "Sono un po' come Dottor Jekill e Mr. Hyde". Zampa: "Non hanno imparato niente da vicende come Bibbiano. E comunque non si può aspettare l'uscita della Meloni per dire di avere fiducia nel sindaco"
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“Non si può aspettare l’uscita della Meloni per arrivare a dire che abbiamo fiducia nel sindaco Sala”. Forse, nel Pd, lo stato di ebollizione lo si capisce da queste parole che la senatrice Sandra Zampa consegna al Foglio. Perché il paradosso è che sì Elly Schlein ieri ha pubblicamente ribadito “che il Pd è al fianco del sindaco Sala, che ho sentito per esprimergli direttamente la nostra vicinanza” per la vicenda che lo vede indagato dalla procura di Milano. Ma la tempistica, con una nota rilasciata alle agenzie con almeno due giorni di ritardo, e dopo le parole della premier, ha reso plastico lo schiacciamento della segreteria dem alle posizioni del M5s, che nel frattempo su Sala ha assunto posizioni ancora più dure della destra. “Io credo che sbagli chi continui a permetterglielo. Dai cinque stelle ancora aspettiamo le scuse per Bibbiano, e con la vicenda di Milano stiamo più o meno sullo stesso livello. Cioè all’accusa nelle aule parlamentari di un sindaco come se quell’accusa di corruzione fosse un fatto accertato. Vuol dire che non si impara mai niente dal passato”, rileva ancora Zampa. “Una forma tipica di populismo che in qualche modo influirà sulla qualità dell’alleanza che si vorrebbe costruire con i Cinque stelle”.
Sono state diverse le prese di posizione all’interno del Pd contro la sperticata operazione lanciata da Giuseppe Conte ai danni dell’amministrazione milanese, visto che da subito l’ex premier ha detto sì di voler lasciare “che la magistratura faccia il suo corso, noi non entriamo mai nelle vicende giudiziarie, perché quella è responsabilità penale, ma per quanto riguarda la responsabilità politica attendiamo che se ne traggano le conseguenze da chi ha la responsabilità”, in sostanza chiedendo le dimissioni della giunta. “Io in generale darei a tutti un bel consiglio: leggersi bene le carte, prima di fare determinate uscite. Perché troppo spesso ci sono solo riflessi condizionati. Si sta molto sulla narrazione e non sul merito”, dice con severità al Foglio Alessandro Alfieri, lombardo, coordinatore dei riformisti dem. “Perché se si ambisce a costruire un percorso di governo insieme è evidente come si debba andare oltre gli slogan semplicistici ed entrare nelle merito delle questioni. Mi pare che nel caso di Milano lo si stia facendo ben poco”.
Anche uno solitamente pacato come il senatore Walter Verini la pensa allo stesso modo: “La destra per certi versi è sembrata più garantista dei Cinque stelle”, ragiona parlando col nostro giornale. “E in effetti il M5s si comporta a volte un po’ come Dottor Jekyll e Mr. Hyde. A passi avanti importanti nella cultura istituzionale segue il mantenimento di atteggiamenti di populismo giudiziario in altre circostanze. Io credo che la legalità sia un valore assoluto ma non che non vada declinata con delle logiche manettare”. Nella batteria di dichiarazioni che hanno messo sul tavolo il tema della problematicità del rapporto con il M5s, evidenziato dalle reazioni all’inchiesta milanese, ci sono personalità come Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Gianni Cuperlo. E anche il lettiano Marco Meloni, le cui parole sono sembrate essere indirizzate proprio nei confronti di Conte e i suoi: “Mentre non stupiscono gli attacchi scomposti della destra, giustizialista a Milano mentre a Roma altera l’equilibrio tra i poteri cancellando l’indipendenza della magistratura prevista dalla Costituzione, credo sia giusto richiamare tutti i nostri alleati alla correttezza e al rispetto, gli stessi che osserviamo nei loro confronti”. Forse che le continue intemerate grilline possano vanificare il percorso che si sta cercando di costruire a livello nazionale oramai da qualche anno a questa parte? “E’ del tutto evidente che i continui attacchi sono una situazione sgradevole”, ragiona allora il deputato del Pd Matteo Orfini. “Essendo il rapporto con il M5s ancora in evoluzione, su alcuni territori dove sono all’opposizione prevalgono ancora le vecchie dinamiche, la vecchia fase, il disallineamento rispetto alla strategia di alleanza nazionale. Mentre una certa opposizione è legittima, ci mancherebbe, uno però almeno si aspetterebbe maggior garbo. Quanto meno dai vertici nazionali”.
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